Con i suoi 90 metri d’altezza, lo gnomone della nostra cattedrale è il più alto d’Europa. Ogni anno, da più di cinque secoli, il 21 di giugno si ripete un meraviglioso fenomeno
La fede e la vita di tutti i giorni. Dio e l’uomo. La spiritualità e la praticità. Oggi tra questi aspetti può esserci un abisso, ma per gli uomini del rinascimento, che hanno plasmato con il loro intelletto la nostra cattedrale, non c’era alcuna differenza. Per questo la nostra cattedrale non è una semplice chiesa, ma è anche un enorme strumento astronomico. Dio si manifesta all’uomo attraverso la luce del sole, svelandogli i segreti del tempo.
Sul bordo della lanterna che sovrasta la cupola di Brunelleschi è infatti installato uno strumento chiamato gnomone. Generalmente uno gnomone è un’asta o un palo, che proiettando un’ombra ci permette di conoscere (gnomon in greco significa appunto che conosce) la posizione del sole. Lo gnomone del duomo invece è costituito da una bronzina, cioè una tavoletta di bronzo con un foro circolare al centro. Quando un raggio di luce la attraversa nel mese di giugno, l’immagine del disco solare si proietta su una lastra di marmo posta sul pavimento del transetto nord.
La bronzina sulla lanterna. Foto estratta dal sito del Museo Galileo
Il disco di marmo
Lo gnomone fu installato nel 1475 da Paolo dal Pozzo Toscanelli, grande amico di Brunelleschi. Paolo era un medico, ma più che nel corpo degli uomini cercava la verità nel cielo, tanto da arrivare ad individuare la cometa di Halley e a produrre le mappe che aiutarono Cristoforo Colombo nella navigazione dell’oceano.
Ritratto di Paolo dal Pozzo Toscanelli nella basilica di Santa Croce. Fonte Wikimedia Commons, autore Sailko
Lo gnomone doveva servire a determinare con precisione la durata dell’anno e il metodo più affidabile era misurare il tempo trascorso tra un solstizio d’estate e l’altro. In Italia, in questo periodo, il sole raggiunge il massimo della sua declinazione: ben 70 gradi. Ma perché si scelse proprio la cattedrale come luogo in cui posizionare uno strumento astronomico? Il tempo è dell’uomo, dato che Dio vive nell’eternità. In realtà, anche alla chiesa interessa il tempo. Durante il Concilio di Nicea del 325 si decise di celebrare la Pasqua di resurrezione, la più importante ricorrenza cristiana, la prima domenica successiva al plenilunio successivo all’equinozio di primavera. Su questioni di tale importanza i nostri astronomi non potevano certo permettersi di sbagliare i calcoli.
Il solstizio d’estate avviene a mezzogiorno, almeno questo è ciò che saremmo portati a credere. In realtà il raggio di sole copre completamente il disco di marmo del duomo un po’ più tardi: alle 13:16, ad essere precisi. Ciò è dovuto a due motivi: in questo periodo dell’anno è attiva l’ora legale. Inoltre l’ora italiana si basa sul meridiano di Catania, rispetto a cui Firenze si trova un po’ più a ovest, tanto che il mezzogiorno solare da noi arriva con sedici minuti e una manciata di secondi di ritardo.
Infatti, dopo ben 538 anni, il nostro gnomone ha puntato il suo dito luminoso sul disco, puntuale e risoluto. A noi non resta che riflettere sulla grandiosità del creato e sentirci esseri passeggeri nel mare dell’eternità.
Ore 13:16, il raggio di luce colpisce il disco di marmo